Quando si tornerà a Scuola? Come rispondere

Quando si tornerà a scuola? Immaginiamo tanti tantissimi bambini stiano facendo questa domanda ai loro genitori, anche più volte al giorno. Anche solo così, tanto per chiedere, per noia. Piu’ che altro per tornare ad avere una certezza,un obiettivo. E non è poco. Ci piacerebbe poterli accontentare e offrire loro una risposta positiva e rassicurante ma temiamo invece di dover rimandare. Però nonostante tutto diamo loro una risposta e una spiegazione a seconda dell’età che hanno. Anche se si tratta di bambini piccoli vi garantiamo che sono in grado di intuire il senso generale e per questo motivo occorre parlare e raccontare loro sempre la realtà che ci circonda. “Non dire loro nulla perché potrebbero rimanerci male, o esserne delusi” non è utile, anzi controproducente per tutte le fasi di crescita. Quello che possiamo fare è: parlare e raccontare ai bambini che si tornerà presto a scuola, al nido e all’asilo ma che occorre ancora del tempo per essere completamente sicuri. Rassicurare loro che tutti i loro compagni e amici sono a casa. Non riguarda solo loro, ma tutte le persone che conoscono. (Fare un lungo elenco all’occorrenza può essere un modo per coinvolgerli in modo attivo i piccoli e sentirsi meno soli. Sapere che tutti, ma proprio tutti sono a casa, dai compagni alle maestre, dal cuoco al portinaio è importante per far capire loro che si tratta di un problema che riguarda Tutti.)

Scegliere il nido e la scuola giusta:

 

In questo periodo di Open Day e Iscrizioni, immaginiamo che la scelta del nido o della scuola dell’infanzia “giusta” possa essere fonte di ansia e perplessità. Vi garantiamo che la scuola diventa quella giusta quando:

-percepite di essere accolti come genitori

-osservate intorno a voi uno spazio (fisico e mentale) che possa essere d’aiuto anche alle esigenze e alla crescita del vostro bambino. Non esiste la scuola perfetta, ma esistono strutture (pubbliche e private in tutta Italia) che lavorano con metodo, professionalità e umanità alla continua ricerca di una preziosa alleanza scuola-famiglia che sta alla base di ogni percorso educativo che si rispetti. Potete trovare spazi allestiti e pensati in modo meraviglioso, ricchi di materiali stimolanti ma l’importante è che possiate trovare persone autentiche e preparate in grado di intuire e lavorare sulle specifiche esigenze del vostro bambino e del gruppo-classe in cui è inserito, in grado di promuovere una cultura dell’infanzia varia e priva di stereotipi,con la voglia di giocare e di mettersi in continua ricerca attraverso formazioni e conoscenze che possano ampliare il loro modo di essere e sentirsi educatori.

Vi auguriamo di cuore di trovare tutto ciò. 

 

 

Come facilitare l’uso del water

Come aiutare il bambino nel delicato passaggio dal pannolino al water, passando per il vasino? Come aiutare i genitori (siete tantissimi e non riusciamo a rispondere a tutti) ad affrontare questo momento nel modo più naturale possibile?Questo post è dedicato a tutti i piccoli alle prese con i primi giorni di asilo e ai loro genitori che sicuramente saranno preoccupati perché non ancora autosufficienti nel gestire la pipì/cacca. Tanti bambini preferiscono chiedere il pannolino per fare la cacca e sentirsi al sicuro. Chiedono all’adulto un rifugio sicuro. In questa fase di solito non accettano ancora il water, anzi lo concepiscono come strumento portatore di ansie e paure e subentra fin da subito un atteggiamento di totale rifiuto. In questi casi suggeriamo di provare a cambiare il nostro atteggiamento. Anziché chiedere al bambino “ti scappa?” “Proviamo ad andare in bagno?” provate a sospendere tutte le vostre richieste e coinvolgerlo piuttosto in modo pratico e attivo nelle dinamiche bagno. Ad esempio chiedendogli di cambiare la carta igienica o pulire con una spugnetta o giocare con bambole o altro. Questo spazio è fondamentale perché permette al bambino di ambientarsi e di sentirsi piu’ sicuro e a suo agio. A chi ci scrive che le ha “provate tutte e non c’è nulla da fare” rispondiamo di sperimentare anche questi suggerimenti e di rivedere e modificare il proprio atteggiamento (giustamente pieno di aspettative). In questi lunghi anni, abbiamo avuto il piacere di incontrare davvero tanti bambini alle prese con lo spannolinamento e vi assicuriamo che tutti, ognuno con i suoi tempi, ha capito tramite l’esperienza ed ha interiorizzato il movimento fino a diventare naturale.

 

 

 

Distacchi: mamma & bambino

L’ingresso o il ritorno al nido, ma anche alla scuola dell’infanzia, sono caratterizzati molto spesso da un periodo intenso di pianti ed emozioni forti da parte del bambino che non vuole e fa fatica a lasciare la mamma o il papà. Ci vuole tempo perché accetti il nuovo ambiente e prenda confidenza con le figure di riferimento. La difficoltà sta nel fatto che si tratta di pochi passaggi, che però devono avvenire in modo chiaro e sicuro, attraverso i quali il bambino intuisce che non verrà abbandonato o lasciato solo. Verrà consolato, e poi lentamente introdotto nel gruppo, sempre mediante il prezioso supporto dell’ educatrice di riferimento. Le figure genitoriali, se aiutate e ben supportate, possono attivare una modalità e un comportamento facilitante e collaborativo, anche se sappiamo quanto sia difficile dover lasciare il proprio bambino in lacrime a qualcun’altro. E qui non c’è libro o consiglio che tenga. C’è solo una forte sensazione di vuoto e senso di colpa che affiora, con la quale sappiamo di dover convivere. Detto questo, però, nei momenti di ricongiungimento è importante nominare il luogo, i nomi degli altri bambini, delle educatrici, e far accettare attraverso la voce materna e paterna il nido come luogo di incontro e di giochi, di esperienze positive e di vita.

 

Il Cambiamento…

Come gestire un cambiamento improvviso di rotta? Capita a tutti dover far fronte ad uno (o più ostacoli) non calcolati nella quotidianità..Come fare ad affrontare il cambiamento e soprattutto come proporlo ai bambini? In primo luogo dobbiamo essere in grado di affrontare questa nuova sfida in chiave positiva e sforzarsi di concepire il cambiamento come possibilità fino a prima magari neanche considerata. Cambiare e accettare il cambiamento come risorsa ci sembra la modalità giusta di accostarsi ad esso e anche quella da trasmettere al nostro bambino. Così facendo, egli intuisce che ci sarà qualcosa di nuovo ma non avvertirà paura e smarrimento poiché si sentirà in qualche modo protetto e rassicurato. Ancora una volta parlare e spiegare ai piccoli è fondamentale; chiedete sempre la collaborazione delle educatrici o delle maestre che saranno un valido aiuto per capire e gestire questa nuova fase che vi attende. Cambiare e dover modificare le proprie abitudini è sempre un processo faticoso e intenso ma è anche indice di crescita e di evoluzione.

Quando si aspetta il secondo..

secondo-figlioMammeCheFatica dedica questo post alle mamme in attesa del loro secondo figlio/a. Se da una parte vi è più consapevolezza (“so bene quello che mi aspetta”) dall’altra vi è una forte preoccupazione: quella di non riuscire a dare il senso di unicità al figlio maggiore e di doversi dividere tra i due fratelli. Come fare quindi a gestire il nuovo mènage familiare? Col tempo si verrà a creare un nuovo equilibrio che però è bene provare a definire (almeno in parte) nel periodo della gravidanza per preparare il fratello maggiore al grande cambiamento facendo in modo che possa accettare il nuovo nato senza troppe forme di gelosia e sofferenze di varia natura.

In questo fase di transizione è fondamentale il ruolo attivo del papà che con la sua presenza è in grado di occuparsi del primogenito, rassicurarlo e infondergli fiducia. Troviamo sia giusto condividere un libretto che affronta questi temi e parlarne senza aggiungere troppo stress o ansia però. Preparare insieme dei giochini o un disegno per l’arrivo del fratellino o della sorellina è un gesto importante e utile non solo per il bambino ma anche per gli adulti coinvolti emotivamente. Sarà una nuova avventura per tutti da vivere e scoprire giorno dopo giorno tra prove ed errori.

 

E se dice le parolacce?…

bambino-dice-parolacceIn tanti anni di post non abbiamo mai affrontato il tema delle parolacce, perdonateci ci stavano giusto sfuggendo!

Come fare quando un bambino, specie se piccolo, ripete alcune parolacce? È giusto sgridarlo? Noi crediamo sia giusto e doveroso riprenderlo, facendogli capire che sta esagerando e che non c’è nessun bisogno di esprimersi in quel modo. Se il bambino è grande (6-7 anni) può aver sentito certe espressioni e ripeterle con gusto e senso provocatorio  per testare l’effetto che suscitano nell’adulto. Se ci mostriamo imbarazzati e arrabbiati il senso di sfida aumenta, al contrario, se siamo fermi e ben saldi e quasi indifferenti di solito il bambino molla la presa e passa ad altro. Solitamente si tratta di un breve periodo, poi ci si stufa presto, non appena si intuisce di non attirare più l’attenzione. Cerchiamo di monitorare la situazione e capire se invece l’ uso di parolacce non si manifesti in una richiesta di aiuto e di attenzione da parte del bambino stesso.

Proviamo insieme a togliere quel senso di trasgressione e di proibito che si nasconde nelle parolacce e sostituiamole con espressioni gentili e leggere in grado di coinvolgere tutti, anche i più ribelli! Le parolacce si sentono spesso anche da noi adulti..basti pensare a quando si guida..nel caso proviamo a spiegare ciò che ci ha fatti innervosire e ammettiamo di aver esagerato. I piccoli capiranno fin da subito che anche i grandi sbagliano..

 

 

 

Cosa fare se piange tanto in asilo..

inserimento-nidoMammechefatica vorrebbe sapere come vanno i nuovi inserimenti che abbiamo seguito finora…come stanno i vostri bambini a distanza di un mese circa. Sappiamo bene che c’e’ qualcuno che probabilmente fa ancora un po’ di fatica, ma giustamente l’ambientamento al nido o alla Scuola Materna segue fasi e tempi differenti. Un aspetto molto importante è rappresentato dal distacco all’ingresso della struttura: l’adulto che accompagna deve essere in grado di “reggere” emotivamente il pianto (anche disperato talvolta) del proprio bambino e infondergli fiducia e ottimismo verso la giornata, i compagni e l’educatrice che lo accoglie. (Questo tipo di atteggiamento incoraggiante è fondamentale affinchè il piccolo associ la nuova struttura ad una situazione piacevole, non ad un posto negativo da vivere in attesa della mamma, piuttosto come un luogo di esperienze ludiche e non solo). La figura educativa invece deve rassicurare il bambino e la sua mamma o il suo papà che saranno doppiamente mortificati e angosciati nel lasciarsi in questo modo, trovando lo spazio per affrontare e condividere anche i momenti negativi e dolorosi senza dare nulla per scontato.

Il bambino, in modo lento e progressivo, inizierà a tranquillizzarsi e a trovare piacere nel poter condividere una nuova interazione sociale con i suoi pari. Come tutti i cambiamenti occorre tempo e pazienza e una grande capacità nel guardare lontano..senza sensi di colpa, senza troppi timori tutti ma proprio tutti i bambini troveranno una loro dimensione.

 

Operazione Nanna….

bambino dormeCome fare ad addormentare i bambini? Come convincerli ad andare a nanna senza evitare tragedie ogni volta? Queste e altre sono le domande piu’ frequenti che ci fate sempre.

Osservando le famiglie in generale, sembra che l’ operazione Nanna sia una missione durissima da compiere. Una vera guerra che si combatte ogni sera o quasi. Come mai tutto questo? Esiste qualcosa che possiamo evitare?

Se provassimo ad osservare il nostro comportamento di adulti notiamo subito (nella maggior parte dei casi) che vi e’ una forte difficolta’ nel gestire i tempi del bambino. Molto spesso sono gli adulti a rivolgersi al bambino e a dire:”cosa vuoi fare,la nanna?”. Proviamo ad invertire la domanda e a trasformarla in un tono fermo e sicuro: Andiamo a nanna, che meraviglia,leggiamo una storia nuova! Forzaaaaa!

Non lasciamo ai piccoli il potere di scelta ( troppo difficile e complesso) e se diamo loro delle coordinate facciamo in modo di essere coerenti altrimenti se cambiamo idea subito non siamo dei grandi esempi di sicurezza,no?!

E’ molto molto difficile ma se ne siamo consapevoli possiamo farcela e fare in modo che anche la fase dell’ addormentamento diventi un rituale naturale e piacevole e soprattutto piu’ veloce. Siate accoglienti con le varie richieste ma date sempre l’ impressione di avere la situazione sotto controllo! E fate bene capire il senso del limite: dopo la storia o la canzoncina la luce si spegne e la mamma/il papa’ o la Tata ci salutano, pronti per preparare insieme un nuovo giorno.

Non siete convinti vero??!!!!

I capricci perchè…

capricciDedicato ai genitori che ieri sera si sono persi l’Incontro Formativo sui  Capricci presso l’asilo Nido Il Grillo Parlante di via Chopin a Milano. Intanto ringraziamo tutti i partecipanti che sono riusciti a ritagliarsi questo piccolo spazio per confrontarsi su questa tematica sempre attuale e non facile da gestire. Lo diciamo spesso – in educazione non vi è mai la “ricetta perfetta” dipende sempre da molteplici fattori, ma, in ogni caso, dipende anche molto da come noi affrontiamo e reagiamo di fronte alle varie problematiche o difficoltà che la crescita dei nostri figli ci impone.

Perché i bambini fanno i capricci? Cosa esprimono mediante il pianto? Come ci sentiamo noi in questi momenti? Perché tante volte noi adulti non riusciamo a porre il giusto contenimento ma preferiamo spostare l’attenzione altrove?

Sono tutte domande lecite e doverose che ci fanno riflettere sulla complessità della Relazione Educativa tra adulti e bambini, non solo in ambito familiare ma anche in ambito squisitamente educativo come l’asilo nido o la scuola materna. Certo sono problemi scomodi, difficili talvolta da spiegare, poiché ci coinvolgono direttamente; ma i bambini percepiscono e assorbono le nostre frustrazioni o indecisioni..e in questo caso più noi adulti mostriamo fragilità o ambivalenza più loro se ne approfitteranno! Poche regole, ma sempre spiegate in modo chiaro e coerente. Una parola a noi tanto cara.

Provate col tempo e senza fretta a dare dei limiti ai vostri bambini, a dire di No senza sensi di colpa se necessario e se la situazione lo richiede. E’ necessario avere e dare delle piccole regole per fare in modo che la relazione tra adulto e bambino possa svilupparsi nel corso del tempo.

Ne riparleremo certamente…vi aspettiamo!

Intanto vi consigliamo due libri molto easy ma sempre attuali..come ad esempio:

– I No che aiutano a crescere di A. Phillips, (Ed.Feltrinelli, euro 6,80)

– Dalla Parte dei Genitori (Ed. Franco Angeli euro 18) del nostro apprezzatissimo Daniele Novara, pedagogista del Centro Psicopedagogico e la Gestione dei Conflitti di Piacenza.