L’oggetto transizionale all’asilo…

 

Mammechefatica consiglia di portare all’asilo l’oggetto transizionale, può essere un modo efficace per il bambino di accettare meglio il distacco dalla figura materna.

Anche se quest’ultimo deve essere utilizzato in caso di reale bisogno e smarrimento da parte del piccolo. Non deve essere concepito come un modo per facilitare l’isolamento dal resto del gruppo e dai giochi proposti. L’utilizzo dell’oggetto consolatorio dovrebbe avere lo stesso valore del ciuccio. Da utilizzare in caso di paura,stanchezza,ritorno ad uno stato di calma e disorientamento affettivo e in particolare per la fase dell’addormentamento.

Il bambino deve trovare nel proprio orsacchiotto consumato una grande fonte di calore e consolazione anche se in quel momento non può essere rassicurato dalla sua mamma. l’importante però che il bambino accetti di farsi consolare e nutrire dalle maestre o dagli adulti di riferimento in quel momento, così che possa poi ricongiungersi con la propria mamma senza problemi o timori eccessivi.

L’inserimento al nido, il punto di vista dell’educatrice…

 

Intervista a Lavinia Bau, educatrice di lunga esperienza e atelierista, che lavora presso un nido a Verona.

  1. Cara Lavinia, sulla base della tua esperienza nei nidi, quali suggerimenti daresti ai neo genitori per far in modo che si verifichi un buon inserimento?

Una grande disponibilità di tempo, anche mentale, lasciare che le cose accadano e coltivare una buona dose di curiosità verso questo mondo particolare.

  1. Qual è, invece, un errore frequente da parte dei genitori?

Uno sbaglio frequente è dire, ad esempio: “Se stai buono, poi ti porto le caramelle”. Questo ricatto dà un’immagine negativa del posto in cui il bambino si deve inserire, lo svaluta. Ma anche la fretta di dire che va tutto bene non facilita questo momento.

  1. Perché, secondo te, le mamme hanno così paura del momento dell’inserimento? Come possiamo aiutarle?

Hanno paura perché non hanno idea del significato di certe situazioni. Trovo che le spiegazioni scritte servano fino ad un certo punto. Quello che invece può servire è la comunicazione orale, il contatto può servire oltre al tempo. Il tempo di provare ad ascoltare tutte le dinamiche che avvengono. Ci vuole un colloquio approfondito all’inizio per conoscersi meglio con le educatrici e la referente del nido. La mamma deve sentirsi tranquilla e sapere cosa succederà. Inoltre bisogna preparare per tempo il bambino con le parole giuste e prepararsi.

Ringraziamo Lavinia per aver risposto a queste domande. Buon lavoro!

La dimensione temporale…

 

Mammechefatica pensa al tempo, o meglio alla percezione del tempo che cambia irrimediabilmente, specie se si parla di bambini piccoli. Non è una novità certo, ma è comunque importante evidenziare lo scorrere del tempo e le esigenze materiali che la cura di un bambino impone e richiede.’Il tempo’ con un neonato o un bambino di 10 mesi è completamente differente da altre fasce di età. E’ molto interessante notare come alcune mamme siano completamente sintonizzate col loro bambino, al punto di annullarsi, e ‘rifugiarsi’ nella loro creatura, noncuranti del tempo. Altre invece, possono avere un atteggiamento delegante verso terzi per cercare di recuperare briciole di tempo prezioso per sè stesse.

Comunque sia il binomio tempo-bambino coinvolge e influenza in primis tutte le figure materne e più in generale le figure paterne. Il tempo,con un bambino piccolo, è scandito da una serie di rituali ed esigenze pratiche che in qualche modo assorbono in modo totalizzante la madre, l’oggetto primario.

Se potessimo disporre di una semplice bacchetta magica….quanto ci piacerebbe offrire del buon tempo libero e un po’di ozio a tutte le mamme…

Disagi al centro estivo?

 

Oggi rispondiamo a Valentina e Rosanna che ci hanno scritto, disperate, perché non capiscono come mai i loro bambini non vadano al centro estivo di buon umore, ma piangano all’entrata (nonostante fossero ben inseriti a scuola durante l’anno). Care Mamme disperate, non conosciamo i vostri bambini, dunque non possiamo dare una risposta se non molto generale. Innanzitutto, come noi adulti probabilmente anche loro saranno stanchi di alzarsi al mattino presto e avranno bisogno di una meritata vacanza rilassante. Sentono il clima estivo e desiderano stare di più con mamma e papà: è una cosa assolutamente normale! Poi bisogna considerare i casi particolari e chiedersi:
-Da quanto tempo lo fa?
-Si comporta in un certo modo solo in alcuni giorni specifici (ad esempio se lo accompagna la mamma o se c’è un’educatrice piuttosto che un’altra)?
-Il suo è un disagio che compare in altri contesti? Ad esempio: mangia molto meno, fa fatica a dormire, gioca con meno piacere?

Care Mamme, avete un compito: osservare attentamente i vostri piccoli, rispondere a queste semplici domande e farci sapere! A presto

 

Perchè mio figlio maggiore ora si comporta come fosse più piccolo?

 

Dopo la nascita della sorellina, Edoardo, 5 anni, tende a regredire tornando “piccolo”. “Perchè?”, si chiede Mamma Giada? Edoardo sta impiegando una “strategia di difesa”-inconscia- per riconquistare il suo posto, rubato dalla nuova arrivata. Per questo chiede di bere di nuovo dal biberon, pretende di essere imboccato, oppure si fa la pipì addosso. E’ come se entrasse in competizione con la sorellina e cercasse di imitarla per attirare l’attenzione di papà e mamma. Essendo inconsapevole di questa regressione, è inutile rimproverarlo o cercare di farlo ragionare. Piuttosto MammeCheFatica consiglia di ignorare questi atteggiamenti infantili e di sottolineare invece le acquisizioni più recenti: “Come disegni bene!” oppure: “Che bella capriola che hai fatto, caspita!”. Un’altra cosa da fare potrebbe essere quella di guardare insieme le foto di quando lui era davvero piccino ed era coccolato proprio come la sorellina ora (quindi non gli è stato dato niente di meno).

Tranquilla, Giada, vedrai che questo momento passerà in fretta!!

Come dire al proprio bambino che mamma e papà si separano?

 

MammeCheFatica ha incontrato la difficoltà di alcuni genitori alle prese con la delicata comunicazione al proprio figlio della loro separazione. Non è un tema facile, tanto più che  provoca già di per sè sofferenza (delusione, disperazione, gelosia, paura, ansia..) nei genitori stessi. Come per tutte le cose, bisogna parlare in modo onesto ai bambini, ma con il linguaggio adeguato all’età specifica. Spesso, senza che ce ne accorgiamo, i figli si sono già resi conto da tempo del conflitto coniugale. Anche i più piccolini sono sensibilissimi all’atmosfera di tensione familiare, quindi è importante non mentire, nè tenerli all’oscuro “per il loro bene” di quanto sta succedendo in casa.  Consigliamo di sottolineare che la separazione non dipende in alcun caso da loro e che l’affetto dei genitori nei loro confronti sarà sempre immenso. L’uso di libri e favole con i più piccoli è da tenere sepre in mente perchè rappresenta un modo facile per i bambini di immedesimarsi nelle storie e capirle meglio. Non vogliamo farne un dramma, ma suggeriamo di affrontare questo momento difficile con maturità (si eviti il più possibile di litigare di fronte a loro), sensibilità e attenzione alle richieste e ai possibili malesseri dei figli.

Corso di formazione per Tate e Baby-sitter

corso-baby-sitterInvitiamo tutte le persone interessate a formarsi nel campo dell’educazione e della cura dei bambini al Corso psico-pedagogico “La Tata perfetta” organizzato da Mamma&Lavoro in collaborazione con MammeCheFatica. Attraverso video, discussioni, letture e suggerimenti teorici ed esperienziali, si parlerà di tecniche, proposte e difficoltà riguardanti il delicato lavoro in ambito infantile. Il corso, tenuto dalle Dott.sse Marta e Sara Bruzone (pedagogista e psicologa di esperienza), rilascia un attestato di partecipazione.

Per qualsiasi infomazione: formazione@mammaelavoro.it