Nei giorni scorsi la cronaca parlava di risse (Pincio a Roma, ma anche in altre città) proclamate via social organizzate da adolescenti e preadolescenti, alcuni giovanissimi dell’età di 12 anni. Ci si interroga sul perché: forse dato dalla mancanza della scuola in presenza, forse dalla noia o di un vuoto da colmare? Ecco allora perché non fare qualcosa di concreto anche in termini di prevenzione? Per esperienza garantiamo che è molto più complesso intervenire in fase adolescenziale. E’ questione di presenza, di tempo speso insieme, di pensieri condivisi e soprattutto di dialogo, anche se difficile, non solo con la famiglia, ma anche con una scuola fatta di insegnanti capaci, più che di trasmettere contenuti, di ascoltare e di offrire stimoli. I ragazzi vanno capiti, non criticati. Devono essere aiutati a crescere, coltivare le loro passioni, farsi domande e cercare sempre risposte nuove. Non basta dotarli di smartphone, occorre prepararli alla vita vera. Se questi prerogativi vengono a mancare in una società come questa sarà molto difficile sopravvivere..e crescere in un clima sereno. E voi cosa ne pensate? Non è un problema che riguarda solo i genitori di adolescenti. Si tratta di un problema sociale che ci vede tutti coinvolti.
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Aspettando il Natale..
Quest’ anno sarà un Natale un po’ così..ma la vera sfida sarà quella di cercare -nonostante tutto- di trascorrere delle festività in modo sereno all’insegna della semplicità. Cercando di non far pesare il fatto di non poter fare i cenoni o i pranzi di un anno fa ma concentrandoci tutti su ciò che abbiamo comunque ancora a disposizione. Anche con i bambini e gli adolescenti sarà fondamentale ripetere ma soprattutto far capire attraverso i nostri gesti e il nostro umore che in ogni caso sarà e potrà essere un buon momento di unione e condivisione anche se ci trovasse lontano. Il Natale quest’anno più che mai dovrebbe essere un momento di riflessione e introspezione: su ciò che è successo, su ciò che è cambiato, su chi non c’è più, e su chi lavorerà anche quel giorno come tutti i medici e gli operatori sanitari. Ci pare superfluo in questo momento perdere tempo nel lamentarsi, non sarebbe più costruttivo investire tempo, energie e pensieri da dedicare agli altri? Secondo noi potrebbe essere una buona idea. Ci aiuterebbe a spostare il centro dell’attenzione sui problemi veri e non su quelli più effimeri. Pensiamoci su.
Il Rispetto per le Donne e la figura femminile
Perché non si parli della violenza sulle Donne solo il 25 Novembre di ogni anno, ma vorremmo che fosse pura quotidianità. Il Rispetto per le Donne e la figura femminile in generale va trattato ma soprattutto dimostrato e praticato sempre. Si tratta di un sentimento e di un gesto che va spiegato fin da piccoli per introdurre e modificare un modello culturale ancora troppo pieno di stereotipi e di immagini linguistiche che impongono certe caratteristiche femminili. Ricordiamo che violenza non è solo quella sul piano fisico ma tanto appartiene anche sul piano psicologico e verbale. Ed è proprio questa forma che va combattuta e trattata fin dall’infanzia con tutti i bambini e bambine, per poi passare ai preadolescenti e ai futuri adulti. Molto spesso ancora oggi si evitano certi discorsi anche con i ragazzi/e invece è solo affrontandoli con un atteggiamento serio e fiducioso che possiamo trasmettere loro un possibile modello di amore che poi faranno loro nel tempo.
Fine dell’anno scolastico
E siamo arrivati ormai alla fine dell’anno..di un anno educativo molto particolare…che ci ha lasciati tutti spiazzati per non aver potuto riprendere e poterlo concludere. Ma la maggior parte del mondo educativo e’ consapevole del fatto che quando si potrà ricominciare lo si farà in modo nuovo e con più energia. Certo sta lasciando parecchio vuoto la chiusura delle scuole e degli asili. I bambini piccoli possono manifestare segni di insofferenza e regressione (nel linguaggio e nell’atteggiamento da un punto di vista relazionale) i più grandi invece possono darci altri segnali tra cui la non voglia di uscire e l’isolamento un po’ per paura, un po’ perché si sono abituati a questa nuova situazione anche se forzata.
- Se le strutture dei vostri bambini organizzano un saluto di fine anno (in sicurezza) sarebbe davvero un’ottima occasione per rivedere i compagni e le maestre!
- Se siete pro centri estivi dal 15 Giugno per i bambini dai 3 anni in sù vi è la possibilità di riprendere un po’ di socializzazione guidata
- Capiamo la situazione, per aiutare i bambini evitate di chiedere “ti va il centro estivo?” Dopo tanto tempo insieme è molto difficile a livello emotivo decidere se lasciare i genitori o meno. Decidete voi adulti e poi insieme vi preparate (ma su questo punto scottante torneremo,promesso!..)
Parola d’ordine: un po’ di riposo per tutti
In questi giorni di fine estate cercate di riposarvi e non pensare troppo alla ripresa, alle incombenze che il mese di Settembre ci riserva e a tutto il resto…questo esercizio andrebbe poi ampliato anche verso i bambini e i ragazzi in generale. Non stressateli troppo anche se non hanno ancora completamente imparato a togliere il pannolino o non hanno terminato i compiti. L’estate serve anche a svuotare la mente e a concentrarsi su nuove scoperte. Se non impariamo a ‘staccare’ finiamo per tornare in città e in ufficio più scarichi e stressati di prima!. Trascorrere del tempo all’aria aperta, giocare senza troppi programmi è un ottimo modo per rilassarsi e stare con i vostri pargoli. Anche se perdono il ritmo è giusto così, a Settembre ci sarà il tempo per ricominciare!
Estate=conquista dell’autonomia
L’estate ci sembra il periodo giusto per dedicarsi al raggiungimento di una maggiore autonomia, a seconda della fase di crescita dei vostri bambini. Chi imparerà a prendere il primo latte, chi a fare i primi passi qua e là, chi a esprimersi, chi proverà a pagare i primi gelati in spiaggia, chi a fare un percorso da solo. Insomma crediamo che per ogni bambino/preadolescente la lunga estate possa essere una buona occasione di crescita e sperimentazione. Date ai bambini questa preziosa possibilità, senza essere troppo ansiosi o prudenti. Ricordiamoci che anche loro per crescere devono poter cadere e rialzarsi più e più volte lungo la strada. Calcolate il pericolo ma fate in modo che possano anche solo sfiorarlo per capire veramente,altrimenti non farete crescere in modo autentico chi invece ne ha bisogno.
Friday for the future
Se dovessimo raccontare la giornata di ieri diremmo: giornata squisitamente pedagogica! Per una nobile causa, quella del clima e dei fattori ambientali, che ci vede coinvolti tutti, come esseri umani. Ma anche per il fatto che tutto sia partito dalla volontà di una sedicenne (Greta T.) e che dalla Svezia abbia piacevolmente coinvolto mezzo mondo in senso letterario. Passeggiando per le vie di Roma, dal Colosseo a Piazza Venezia, gli studenti erano tantissimi. Non solo scuole superiori ma anche tanti bambini delle elementari accompagnati anche dai genitori.Ragazzi siete stati eccezionali. Avete dato al mondo adulto un’immagine forte,unita e compatta. Avete insegnato e dimostrato voi qualcosa. Continuate così. Crediamo che ognuno di noi e di voi si sia portato a casa qualcosa di importante dell’esperienza di oggi, da custodire con cura come i ricordi veri. E anche solo per chi ha letto i giornali o visto i Tg. Grazie a tutti, piccoli e grandi da tante piazze d’Italia e del resto del mondo piu’ consapevoli di avere poco tempo per un mondo migliore. Grazie per la bella energia che solo un’invasione felice di adolescenti può dare!
Paghetta: giusta o sbagliata?
L’altro giorno, durante un nostro incontro in un’azienda a Milano, dedicato al Parenting-Sostegno alla Genitorialità, un genitore ci ha chiesto se fosse giusto o sbagliato il concetto di paghetta. In fondo a noi adulti nessuno ci paga per la spesa, il lavoro e le faccende domestiche! Può essere uno strumento per invogliare e coinvolgere i ragazzi/e che altrimenti non smuoverebbero un dito (quindi “se vai a prendere due cose al super, riceverai un piccolo compenso per il contributo che offri “) anche se crediamo sia importante far capire loro che ad una certa età devono andare oltre l’idea della paghetta di per sè e imparare a fare le cose per il gusto di farle, sentendo anche un po’ di responsabilita’ personale che ogni adolescente deve comunque sperimentare per crescere e maturare nel tempo.
La paghetta serve anche per iniziare ad avere un rapporto più diretto e concreto nella gestione del denaro che immaginiamo venga negoziata e poi condivisa in casa. Non tanto come forma di controllo, piuttosto come modo per dare un senso al denaro e quindi il fatto di non sprecarlo inutilmente. È sempre interessante per noi osservare e capire le vostre strategie e iniziative in merito! Fateci sapere cosa ne pensate!
Alleanza genitori-insegnanti: è crisi
Ancora un nuovo episodio di violenza contro un insegnante da parte di un genitore. Ancora una volta l’alleanza genitori-insegnanti è fallita in pieno. Se un tempo ciò che diceva l’insegnante era oro colato e i genitori lo sostenevano indirettamente, ora invece se l’insegnante si permette di rimproverare l’alunno rischia anche di essere aggredito dall’alunno stesso o dai genitori. Allora qui ci chiediamo: dove è finito il senso educativo della scuola come istituzione? Perchè così tanta violenza gratuita? Che messaggio stiamo restituendo agli adolescenti di oggi? Non è forse giunto il momento di pensare ad una scuola come luogo aperto, di crescita e di confronto, evitando e riducendo al minimo l’aspetto competitivo? Occorre un coinvolgimento emotivo delle famiglie alle attivita’ scolastiche, per conquistarsi quel senso di fiducia che purtroppo ora non vi è più. Occorre un continuo dialogo anche laddove non vi è partecipazione. I genitori invece devono essere sostenuti e aiutati, nel difficile processo di crescita dei loro figli, in modo incisivo ma non giudicante. Devono essere capiti e rispettati in primis i vari ruoli. Va speso molto tempo per cercare di tornare ad un nuovo equilibrio dove le varie parti possano collaborare e condividere anziché addossarsi colpe su colpe senza poi affrontare il vero problema alla base.
Ci interessa il vostro punto di vista: da genitori,insegnanti ed educatori.
Lasciamo che i bambini facciano i bambini!
Cosa intendiamo dire con questo titolo? Che troppo spesso notiamo come gli adulti inconsapevolemnte spingano i bambini ad essere molto più grandi dell’età anagrafica che hanno vestendoli da ragazzini, considerandoli alla pari o ancora affidando loro responsabilità che non dovrebbero avere. Ogni cosa a suo tempo, diciamo spesso. E’ chiaro che se trattattiamo i nostri bambini come se fossero già adolescenti o giovani adulti che non possono fare certi errori, loro poi manifesteranno in qualche modo un certo disagio e noi faremo fatica a gestirli. Dunque i cosiddetti capricci sono assolutamenti normali, i pianti di notte per venire da noi nel lettone anche, le ginocchia sporche e sbucciate dopo un pomeriggio di giochi idem. Perchè invece delle volte pretendiamo che i bambini siano dei robottini perfetti, che superino le tappe evolutive senza fatiche e che, anzi, siano già in grado di capire temi da adulti quando gli facciamo delle ramanzine inutili e troppo complesse? Forse siamo noi che abbiamo fretta che crescano, abbiamo troppe aspettative su di loro perchè se sono precoci possiamo esserne orgogliosi come genitori? Riflettiamoci bene, ne va del loro benessere futuro.