Baby veline? No, grazie!

 

concorso di bellezzaSempre più spesso vediamo bambine, anche molto piccole, vestite in modo non adatto alla loro età. Ci riferiamo a quella modalità di “agghindare” i propri figli, in particolare le femmine, come delle “Baby-veline“, con tacchetti, scollature, minigonne che scimmiottano gli atteggiamenti adulti anche nel modo di camminare, parlare e ballare.

Che rischio si corre a crescere un bambino in questo modo? Innanzittutto si precocizza il bambino, lo si rende cioè più grande di quello che è, limitandogli le esperienze tipiche dell’infanzia e sovrastando l’innocenza e la spontaneità. Se questo avviene bisogna riflettere sulla responsabilità dei genitori: quanto gli adulti sono stati capaci di proteggere i figli dalle immagini volgari ad esempio della tv? Quanto hanno funzionato da modello negativo per i piccoli? Quanti limiti sono stati in grado di dare loro per regolare e orientare la loro crescita in modo sereno? Quanto è un bisogno dell’adulto quello di mostrare una bambina così truccata e curata nell’aspetto?

Tutti noi adulti coinvolti a vario titolo nell’educazione dei piccoli (genitori, insegnanti, educatori, nonni..) dobbiamo riflettere seriamente sulla questione se vogliamo rispettare e tutelare i bambini nel loro percorso di crescita.

Cerchiamo di concepire la scuola come…

la scuola, un luogo di crescitaCerchiamo di concepire la scuola e l’asilo nido come un posto particolare, all’interno del quale i bambini possono avere dei legami e dei vissuti speciali. Non è una punizione (per la quale sentirsi in colpa offrendo in cambio dei regali), nè un abbandono, ma una possibilità di crescita. Figli e genitori infatti crescono e diventano grandi insieme sperimentando, imparando ad accettre il distacco e conoscendo altri bambini e contesti.

In una parola, come dice Daniele Novara ” Bisogna aiutare i bambini ad ampliare il loro mondo. Ecco il regalo più bello che possiamo fare ai nostri figli”.

Buon Mercoledì da Mammechefatica!

 

Figlio di sua madre

libro

Non abbiamo ancora parlato di questo libro uscito un annetto fa: “Figlio di suo madre-Il legame speciale tra madre e figlio maschio e le sue distorsioni”

di Vèronique Moraldi (Feltrinelli, 17€)

Di cosa tratta: tratta della relazione madre-figlio maschio, le sue dinamiche sane e quelle più problematiche. L’autrice prova a rispondere ad alcune domande cruciali sull’influenza che una madre ha sulla crescita del proprio figlio.

Perchè ne parliamo: è un tema che coinvolge moltissime donne e naturalmente i loro figli. Affronta più aspetti di questo ricco legame cogliendo dei profili tipici in cui ci si può o meno ritrovare.

MammeCheFatica lo consiglia perchè: è un libro da cui trarre degli spunti interessanti senza evitare di incorrere nel “famigerato” senso di colpa materno. Inoltre è ricco di consigli pedagogici concreti.

 

E se mio figlio scopre che Babbo Natale non esiste?

Babbo Natale

Capita che quando i bambini iniziano a frequentare la scuola elementare spesso incontrano altri compagni “più scafati” che sono già a conoscenza della natura di Babbo Natale. I bambini più naif all’inizio tendono a negare, ma con il tempo si lasciano convincere dall’evidenza e sono costretti a riconoscere la cruda realtà. Cosa possono fare in questi momenti i genitori? Innanzitutto, sappiate che i bambini possono essere un po’ amareggiati, ma di certo sono gli adulti ad essere più preoccupati all’idea che la magia del Natale possa svanire all’improvviso. In realtà questo timore dei grandi cela una paura meno consapevole del fatto che i loro figli stanno crescendo e prima o poi voleranno via dal loro nido. Ma questo succederà solo fra molto tempo, non preoccupatevi ora! Quello che fa sorridere è che sono i bambini stessi a non volerci deludere ammettendo di sapere la verità e continuano a farci pensare di non sapere nulla a riguardo!

Tuttavia, dopo averli rassicurati sul fatto che si tratta di un simbolo dell’amore dei genitori nei confronti dei figli, possiamo anche coinvolgerli nel trasmettere comunque questa credenza un pò magica ai più piccoli affinché si sentano grandi e responsabilizzati.

Per tutti quelli che invece credono ancora un pochino in questa magia, vi aspettiamo giovedì 12 Dicembre alle 16,45 presso il Cobaby di Piano C, in Via S. D’Orsenigo, 18 a Milano. Pare che verso le 17 un puntualissimo signore vestito di rosso venga a farci degli auguri speciali.. (l‘ingresso è libero, ma prenotatevi all’indirizzo mail: info@mammechefatica.it)

Diritti ai bambini ogni giorno dell’anno!

 

Ieri, come sapete, abbiamo celebrato la giornata internazionale per i Diritti dell’Infanzia. E’ bello sapere dalla voce dei bambini stessi che a scuola hanno fatto discussioni, merende, disegni e giochi a tema. Perchè anche da loro deve passare l’idea che i bambini hanno diritto di essere tali, di essere tutelati, di avere la possibilità di studiare, giocare e imparare. E’ giusto anche insegnar loro che purtroppo non ancora tutti i loro pari hanno gli stessi benefici, bisogna dunque informare, denunciare, lottare e ricordare. Le iniziative in tutta Italia sono state moltissime, originali, ma soprattutto molto efficaci per destare l’opinione pubblica, ma crediamo non basti. E’ per questo che, un pò in modo anticonvenzionale, vogliamo parlare dei Diritti il giorno dopo. Perchè ogni giorno dell’anno dobbiamo avere ben in mente che è nostro compito educare e crescere serenamente gli adulti di domani.

Educare è una sfida?

MammeCheFatica oggi desidera far conoscere il nuovo libro di Pellai e Fogliani (ed. Franco Angeli): “Le nuove sfide all’educazione in 10 comandamenti. Per aiutare i figli a crescere“.

Di che si tratta? Con un linguaggio chiaro, rivolto principalmente a chi di mestiere fa il genitore, i due autori affrontano il delicato tema dell’educare. Non un elenco di precetti, ma riflessioni educative, etiche, aggiornate ai nostri tempi.

Perche ne parliamo? Oggi più che mai è necessario che gli adulti riflettano sul significato del loro stare con i figli, aiutarli a crescere e donare loro gli strumenti utili per volare verso altri luoghi senza troppi sensi di colpa e aspettative esagerate.

MammeCheFatica lo consiglia perché: scritto da due professionisti di lunga esperienza che nella loro attività clinica quotidiana raccolgono numerosi esempi di come cresce un bambino e un ragazzo nel ventunesimo secolo.

Forza genitori: non siete soli!

Fateci sapere se piace anche a voi e vi ritrovate nei pensieri scritti.

copertina del libro

Il genitore? non è un amico…fa il genitore

Rispondiamo apertamente ad una bella mail che ci è arrivata a proposito del ruolo del genitore…”è giusto essere un genitore-amico?”

Partendo dal fatto che ognuno di noi ha le sue idee, frutto della cultura e delle esperienze di vita che ha vissuto, MammeCheFatica risponde no!

Il genitore, dal nostro punto di vista, deve essere inteso come una persona adulta che si assume delle responsabilità nei confronti della crescita del suo bambino e che non ha bisogno di ricoprire il ruolo di amico per instaurare un legame. Crediamo che il rapporto complesso genitore-figlio si basi anche su una serie di conflitti, di limiti e di divieti che vengono imposti a quest’ultimo, non tanto mediante l’esercizio dell’autorità ma dell’autorevolezza e della coerenza.

“Mamma e papà – ci spiega Daniele Novara nel suo libro “L’essenziale per crescere” (ed.Mimesis) dovrebbero impegnarsi nel difficile compito di favorire la crescita dei bambini in termini di autonomia, senza aver paura,però di stabilire regole chiare che a loro volta producono ‘sane frustrazioni’ ”

Dire ai propri figli “no, questo non è il tuo posto” oppure “ora è il momento di andare a nanna” non significa essere severi o cattivi,anzi! I bambini, specie se piccoli, hanno bisogno di limiti e confini precisi e ben definiti e avvertono nell’adulto la fermezza, il tono deciso oppure quello fragile e insicuro che pensa di ferire il suo piccolo.

Riflettiamo su queste piccole frasi di ordinaria routine e quotidianità per cercare di migliorarci, metterci in discussione e concepire la crescita del nostro bambino come una possibilità di crescita interiore anche per noi!

Ecco il nostro parere sincero!

 

Come stare bene con il mio bebè…

 

Oggi parliamo di come stare bene con il proprio bambino e del perchè talvolta c’è qualcosa che spezza l’idillio tra la mamma e il suo piccolo.

I fattori possono essere multilpli, e sicuramente anche il fattore crescita incide e ha la sua rilevanza. I bambini piccoli, 0-8 mesi  dal nostro punto di vista sono molto faticosi, perchè dopo la nascita impongono, una serie di accorgimenti e di orari (basti  pensare al tempo e al ritmo incentrato sulla poppata e sul sonno). Star dietro a un bambino piccolo, nutrirlo,occuparsi del suo benessere psico-fisico e condividere con lui la quotidianità può anche non essere così semplice..anzi..prevede un grande sforzo, e un gioco di equilibri fragilissimi che spesso si rompono. zac.dopo vengono la rabbia,il dispiacere,il senso di colpa,il senso di frustrazione tutte emozioni con le quali lavoriamo nei colloqui con voi genitori.

Mammechefatica ricorda sempre che i momenti di sconforto son sempre dietro l’angolo..bisogna affrontarli, come le onde del mare, senza vergogna o paura.

Bambini piccoli e nuove tecnologie..

 

Il mondo del marketing ancora una volta ha fiutato l’affare..ormai non c’è un bambino su due che non sappia cosa sia uno smartphone o come usare un I-Pad. Le nuove tecnologie infatti si stanno diffondendo sempre di più anche tra i piccolissimi. Non possiamo che condividere l’opinione espressa dal noto pedagogista Daniele Novara: “Non tutto quello che il mercato propone come innovativo è legittimo, nè tantomeno educativo”. Queste applicazioni per piccoli tra gli 0 e i 6 anni sono molto rischiose per lo sviluppo infantile: possono dare dipendenza, ridurre le relazioni sociali, rovinare la vista, limitare tutti gli spunti di apprendimento reale di cui ogni bambino necessita per un’evoluzione sana.

Attenzione dunque, genitori, siate consapevoli dei rischi e siate responsabili: il vostro è un ruolo educativo fondamentale.

Mio figlio sta crescendo bene?

 

Nessuno può dire quando la crescita fisica di un bambino sia “normale” o no, innanzitutto perchè questo è un termine molto arbitrario. Il pediatra utilizza le curve di crescita per capire quanto il piccolo sia nella media della maggior parte dei bambini. La crescita, elemento di forte ansia per ogni genitore, in particolare per la madre, è il risultato di molto interazioni fra alimentazione, fattori genetici, fattori ambientali, influenze ormonali, benessere psicologico ecc..Non è da sottovalutare infatti che alcune situazioni stressanti di infelicità, solitudine, ansia e paura che insorgono, ad esempio, in seguito a tensioni familiari, possono influenzare negativamente anche la crescita corporea. Per comprendere se questi elementi di stress siano responsabili di un rallentamento della crescita si deve tuttavia attendere il momento in cui la crescita stessa recupera dopo aver superato la difficoltà in questione.