Come fare a capire se l’asilo è quello giusto….

 

Mammechefatica riflette insieme a voi sul come fare a capire se l’asilo (ci riferiamo al nido e alla materna poichè rappresentano le prime istituzioni socio-educative al di fuori della famiglia) è quello giusto o meno…

La struttura individuata deve garantire delle caratteristiche fondamentali quali: la sicurezza,la pulizia,l’ordine(inteso come ordine pratico ma anche mentale) e l’organizzazione nella gestione del ‘materiale umano’ ovvero i vostri preziosissimi bambini

Ciò detto,sia che si tratti di un asilo montessoriano, piuttosto che steineriano, che segua il metodo Gordon, che abbia o meno le madrelingua inglesi…L’IMPORTANTE é CHE POSSIATE SENTIRVI ACCOLTI, rispettati e accettati.

La scuola giusta è quella in cui trovate, già all’ingresso, un’atmosfera serena, che emana fiducia, un profumo quasi magico.

La scuola giusta è il luogo che riassume in modo equilibrato un’attenzione verso i suoi bambini e i suoi genitori e nel contempo una cura verso l’ambiente, i giochi e i materiali educativi.

La scuola giusta è una scuola,pubblica o privata, in cui troverete delle Maestre Eccezionali che contribuiranno a crescere anche il vostro bambino con cura,rispetto,intelligenza,empatia, curiosità e capacità critiche.

La scuola giusta è costituita in primis dalle Persone che ogni giorno cercano di  renderla un’esperienza speciale: per voi, per loro e per tutti coloro che ne fruiscono.

 

 

Come fare a… prepararsi al primo giorno di scuola o asilo….

 

Ormai siamo agli sgoccioli e tra qualche giorno inizia un nuovo anno educativo ricco di aspettative, novità e stimoli nuovi.

Iniziamo a preparare lentamente i nostri piccoli alla grande novità che ci attende, cercando però nel contempo di non fargli vivere questa avventura come pesante o ansiosa ancor prima di cominciare…quindi prepariamo insieme a loro tutto l’occorrente,

mostriamoci curiosi e aperti alla nuova scuola materna o nido che ci accoglierà, fiduciosi che andrà tutto bene, nonostante i possibili pianti e crisi nei momenti del distacco (Mammechefatica conferma e garantisce che il comportamento sereno e deciso del genitore influisce positivamente sul benessere psico-fisico del bambino specie se in una situazione completamente nuova).

Mammechefatica seguirà gli inizi e le varie fasi di ambientamento e inserimento con voi, mediante una serie di post dedicati a questo momento così delicato ma così ricco di emozioni dal nostro punto di vista.

Bon Courage!

 

Come affrontare il rientro dalle vacanze?

 

Come per noi grandi è difficile terminare le vacanze e ritornare alla solita routine quotidiana, così per i bambini è faticoso cambiare le proprie abitudini dopo i lunghi mesi estivi. Per i più piccoli la maggior difficoltà sta nel tollerare di nuovo il distacco dai genitori obbligati a tornare al lavoro. Dopo mesi trascorsi insieme giorno e notte, i piccoli potrebbero infatti soffrire di lievi malesseri passeggeri. Una volta rientrati al nido o alla materna i malumori dovrebbero passare tranquillamente. Per abituarsi ai soliti ritmi, però, conviene rientrare dalle vacanze qualche giorno prima dell’inizio effettivo della scuola o del nido. È infatti importante che i bambini abbiamo il tempo necessario per riprendere gli orari scanditi dei pasti e del sonno che senz’altro saranno stati stravolti durante le vacanze. E’ utile anche anticipare con parole semplici (senza renderlo un evento minaccioso!) il fatto di iniziare o ricominciare l’asilo/scuola in modo tale da preparare il bambino a questo evento importante.

Detto questo, Mamme e Papà, forza e coraggio: un altro anno sta per iniziare!! Buon rientro a tutti!

La dimensione temporale…

 

Mammechefatica pensa al tempo, o meglio alla percezione del tempo che cambia irrimediabilmente, specie se si parla di bambini piccoli. Non è una novità certo, ma è comunque importante evidenziare lo scorrere del tempo e le esigenze materiali che la cura di un bambino impone e richiede.’Il tempo’ con un neonato o un bambino di 10 mesi è completamente differente da altre fasce di età. E’ molto interessante notare come alcune mamme siano completamente sintonizzate col loro bambino, al punto di annullarsi, e ‘rifugiarsi’ nella loro creatura, noncuranti del tempo. Altre invece, possono avere un atteggiamento delegante verso terzi per cercare di recuperare briciole di tempo prezioso per sè stesse.

Comunque sia il binomio tempo-bambino coinvolge e influenza in primis tutte le figure materne e più in generale le figure paterne. Il tempo,con un bambino piccolo, è scandito da una serie di rituali ed esigenze pratiche che in qualche modo assorbono in modo totalizzante la madre, l’oggetto primario.

Se potessimo disporre di una semplice bacchetta magica….quanto ci piacerebbe offrire del buon tempo libero e un po’di ozio a tutte le mamme…

Le parole di Linda Le ci fanno riflettere…

 

Mammechefatica cita le parole di Linda Le, autrice del libro tanto discusso “Lettera al  figlio che non avrò mai” (ed. Barbès, 12 euro) in cui scrive le ragioni, anche dolorose, per cui preferisce non essere madre.

“Non saprei rinunciare a quello che amo,non mi potrei mai annullare per un altro essere,mi costerebbe troppo. Non credo che si debba diventare madre solo per rispondere a uno schema socialmente diffuso. Senza contare che procreando, spesso, ci si scorda di essere ancora  donne, amanti o mogli. Ma il rischio maggiore, per me, sarebbe quello di riversare su un figlio le aspettative deluse, le aspirazioni frustrate, un ideale di perfezione: che carico per un bambino!”

Nonostante il nostro blog mammechefatica.it sia nato come sostegno per le mamme e la coppia genitoriale, ci sembra interessante dar voce a tutte le donne, anche a quelle che mamme non sono e in particolar modo cercare di mantenere un atteggiamento di ascolto e osservazione che sia il più possibile ‘non giudicante’.

MammeCheFatica e i troppi capricci in spiaggia….

 

MammeCheFatica quest’estate sta sentendo troppi capricci nelle varie spiagge…ma ciò che ci colpisce non sono tanto i capricci dei piccoli, coi quali peraltro lavoriamo, bensì  quelli dei bimbi più grandicelli, 5-7 anni e il nervoso dei loro genitori che “vorrebbero ma non possono” e per il quieto vivere finiscono per accontentarli.

Dunque capiamo perfettamente che la spiaggia affollata non è buon posto in cui discutere e inscenare litigate ma quando i bambini esagerano è come se ci chidessero tra le righe: Mamma, Papà aiutatemi, datemi un limite, contenetemi, da solo non ci riesco”.

Talvolta è più sano e doveroso qualche buon ‘No’ da parte di noi adulti, anzichè sopportare in silenzio o far finta di…ovunque ci si trovi, partendo dal presupposto che tanto capita a tutti coloro i quali hanno a che fare con i bambini (genitori in primis, ma anche nonni, tate, educatrici….)

Se i capricci avvengono in spiaggia ad esempio, dopo aver contenuto e rassicurato il bambino proponetegli una valida alternativa al ‘divieto’ che gli avete posto. (se secondo voi non può più stare in acqua, una volta uscito gli offrite un libro,un giornalino, una sfida per un bel castelllo di sabbia…). L’importante è cercare di spiegare sempre ciò che succede con tono fermo e rassicurante nel contempo. In quegli istanti i bambini hanno bisogno di noi.

 

Il gesto? vale più di mille parole…

 

Mammechefatica risponde ad una mail, che pone un quesito interessante.

” Come faccio a far capire ai miei figli certe regole base, fondamentali come il rispetto, la gentilezza e la buona educazione, a me pare di non fare mai abbastanza”.

La risposta è molto più banale di quanto non si pensi, poichè con i bambini, specie se piccoli è importante l’uso dei gesti e delle immagini. La memoria visiva è più incisiva di mille parole. Quindi consigliamo di compiere davanti ai nostri bambini gesti simbolici (come offrire il posto ad una persona anziana in autobus, ringraziare sempre per tutto, aprire la porta e far passare prima gli altri, imparare a salutare in ogni circostanza….)

e potrete constatare (nel tempo) che essi saranno in grado di imitarvi e riprodurre gli stessi movimenti con piacere e disinvoltura.

 

 

MammeCheFatica e la domanda: figli o carriera?

 

Mammechefatica riflette sul dibattito sempre aperto riguardo la scelta figli o carriera…prendendo spunto dalla scelta e dalla bella lettera autentica che Anne Marie Slaughter (53 anni, ex direttrice del Dip.di Stato di Obama) ha scritto sull’Atlantic.
Mammechefatica: Copertina The Atlantic Why Women still can't have it all

“Le donne,sostiene Anne-Marie, non possono ancora avere tutto” e ci dimostra in modo schietto e sincero che è impossibile conciliare sempre lavoro  e famiglia e che il prezzo da pagare è altissimo, poichè si fanno i conti a casa coi figli, i loro disagi e quel calore umano che non si riesce più a trasmettere.Se una donna si dedica al lavoro, 10 ore al giorno e più, deve escludere la possibilità di crescere i propri figli, poter risolvere i loro problemi, ma anche aggiungiamo noi volentieri, potersi ritagliare del tempo per sè. Così Anne-Marie a un certo punto ha detto “No”, desiderava condividere la responsabilità familiare e la quotidianità perduta occupandosi dei suoi figli adolescenti.

E’ sempre difficile dare un parere su questa tematica, Mammechefatica si limita ad ascoltare e osservare le mamme-lavoratrici cercando semplicemente di far notare che i figli, in quanto tali, hanno bisogno delle loro madri (senza sensi di colpa) per un buon percorso di crescita dal punto di vista socio-affettivo.

 

E’ nato! Eccoci avvolti dalla ‘tempesta emotiva’….

 

Finalmente è nato. Ma presto la quiete lascia il posto ad una vera e propria ‘tempesta emotiva’….il piccolo,anzi il piccolissimo con i suoi pianti e le sue grida impone un ritmo di vita ai neo-genitori che talvolta .

Prima tra tutti,la madre,’ l’oggetto primario’ che deve sintonizzarsi col suo piccolo per creare e condividere il loro ritmo tra poppate e nanna. Ma basta che si tratti di un neonato con disturbi legati al sonno, sofferente di coliche o che non si attacca bene al seno che presto gli attimi di magia svaniscono e si trasformano in un vero incubo.

La difficoltà maggiore che incontriamo di fronte ad un neonato consiste nella capacità di interpretare e decodificare i suoi bisogni primari.(solitamente è la figura materna a fare ciò,ma quando il piccolo non si calma neanche con tutto l’affetto e l’amore che gli viene dato tra cocccole,ninne nanne,nenie,in braccio… ecco insorgere mille dubbi e ansie).

L’immagine negativa legata la proprio bambino è un ‘immagine che riaffiora tra lo scarto del bambino immaginario, idealizzato nella mente della madre, e quella invece del bambino reale. Si tratta per lo più di un pensiero sano e comune a tutte le donne divenute madri (insorge nei momenti di difficoltà, paura e forte stress) e si scontra con l’idea idilliaca del bambino perfetto che non c’è.